Con l'espressione cardinali progressisti si intendono quei cardinali della Chiesa cattolica che nel governo delle diocesi loro affidate o nella gestione dei vari dicasteri della Curia romana esprimono propositi di rinnovamento e riformismo rispetto alla dottrina cattolica con una ermeneutica della discontinuità nei confronti del Concilio Vaticano II e che si allontanano dalla tradizione cattolica sostenendo anche altre dottrine.
Origine del termine[]
Il termine si sviluppa a partire dalla seconda metà del XX secolo ed è di derivazione giornalistica utilizzato inizialmente per definire le intenzioni di voto e appoggio di cardinali nei vari conclavi. Soprattutto in seguito al Concilio Vaticano II il significato del termine si allarga riguardando le posizioni dei vari cardinali, ed anche vescovi rispetto a questa assise ed alle scelte pastorali e non a divergenze sul piano dottrinale.
Elenco dei cardinali[]
Di seguito vi è un elenco sommario dei cardinali definiti progressisti dai giornalisti e vaticanisti in relazione alle loro prese di posizione:
- S.E. Cardinale Carlo Maria Martini
- cardinale Godfried Danneels *
- S.E. Cardinale Karl Lehmann
- S.E. Cardinale Paulo Evaristo Arns
- S.E. Cardinale Roger Michael Mahony
- S.E. Cardinale Léon-Joseph Suenens
- S.E. Cardinale Giacomo Lercaro
Voci correlate[]
- Cardinali conservatori
- Cardinale
- Collegio cardinalizio
- Ermeneutica del Concilio Vaticano II
Fonte[]
- Voce Cardinali_progressisti di Wikipedia in italiano (base per questa voce, versione di riferimento, aggiornamenti effettuati)