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La congiunzione Giove-Saturno è un evento astronomico molto appariscente che si verifica con frequenza e regolarità e che perciò sin dall'antichità ha influenzato la scansione del tempo, la mitologia e l'astrologia. Quando i due pianeti sono allineati col Sole si dice che la congiunzione è eliocentrica; quando invece sono allineati con la Terra la congiunzione è geocentrica. Poco prima o poco dopo ogni congiunzione eliocentrica si verifica almeno una congiunzione geocentrica. Con periodicità irregolare la congiunzione eliocentrica può dar luogo a fenomeni più spettacolari, in quanto il moto della Terra può determinare il susseguirsi di due o tre congiunzioni geocentriche nel corso di pochi mesi.

File:Keplers trigon.jpg

La rotazione del trigono nel libro di Keplero De Stella Nova (1606)

Frequenza e periodicità delle congiunzioni[]

Il trigono[]

Le congiunzioni eliocentriche Giove-Saturno si verificano circa ogni venti anni (19,86); dopo, cioè, che Saturno ha percorso circa due terzi della propria orbita, mentre Giove percorreva quasi due volte la propria[1]. Ogni tre congiunzioni (circa 59,6 anni, poco dopo che Saturno ha completato due rivoluzioni e Giove cinque) la nuova congiunzione si verifica quasi nello stesso punto della fascia zodiacale, mentre le due congiunzioni intermedie si verificano a intervalli di quasi 120° nel cerchio dello zodiaco, individuando perciò nel piano dell'eclittica uno schema triangolare quasi equilatero, detto "trigono".

Dato che ogni trigono connette tre segni zodiacali, in astrologia vengono chiamati trigoni le quattro possibili terne di segni zodiacali posti a 120° fra loro. Il concetto di "trigono", noto nel mondo ellenistico, ad esempio nell'Almagesto di Claudio Tolomeo, nacque probabilmente in Mesopotamia. Un diagramma dei quattro trigoni compare in una tavoletta di età seleucide trovata ad Uruk.[2]

La rotazione del trigono[]

Dato che la quarta congiunzione eliocentrica ha luogo circa 8° in meno rispetto al cerchio completo, il trigono successivo viene a essere ruotato in senso retrogrado[3]. Dopo tre o quattro cicli, cioè una dozzina circa di congiunzioni, si accumula una rotazione di oltre 30° che porta il trigono in una terna di segni zodiacali diversi da quelli originari. Questo evento è considerato di grande importanza dagli astrologi.

Ogni 794 anni circa (per la precisione 40 congiunzioni) un altro vertice del trigono si trova ad avere approssimativamente la stessa ascensione retta o la stessa longitudine celeste, che aveva il primo evento. Con tre cicli di questo tipo, cioè in 2383 anni, si dovrebbe completare un ciclo intero dello zodiaco. Il ragionamento, tuttavia, non tiene conto della precessione degli equinozi, cioè dello spostamento del punto vernale, a partire dal quale si computano l'ascensione retta o la longitudine. In pratica rispetto alle stelle fisse la configurazione più prossima a quella iniziale si ottiene solo dopo 43 o 46 congiunzioni celesti, cioè rispettivamente 854 o 913 anni[4]. Ogni 794 anni, infatti, ci sono 13,33 cicli sessantennali e il trigono ruota di circa 8 x 13,33 = 106°; simultaneamente però il punto gamma ruota di 11° nel verso opposto completando la distanza angolare di circa 117° fra due successivi vertici del trigono. Con uno (o due) cicli sessantennali aggiuntivi si ottiene per difetto (o per eccesso) la rotazione di 11° mancante per completare la rotazione di 117° anche rispetto alle stelle fisse.

Ad esempio la congiunzione dell'anno 2000 si è verificata sul confine fra le costellazioni del Toro e dell'Ariete, circa a metà strada fra la congiunzione in Ariete del 1087 (913 anni prima) e quella del 1146 in Toro (854 anni prima). La sua longitudine, invece, era quasi identica a quella della congiunzione del 1206 (794 anni prima).

Le congiunzioni "grandissime"[]

Le congiunzioni, che ogni 794 anni si verificano nei pressi dell'inizio dello zodiaco, il cosiddetto punto vernale o "punto gamma", sono chiamate conjunctio maxima, cioè congiunzione "grandissima"[5].

Secondo Keplero esse scandiscono la storia dell'umanità. La prima si sarebbe verificata in occasione della creazione del mondo nella costellazione del Toro (4038 a.C.), la seconda al tempo di Enoch, la terza al tempo di Noè, la quarta per Mosè, la quinta per Davide, la sesta per Gesù, la settima per Carlomagno e l'ottava nel 1583 per Rodolfo II d'Asburgo (quello... che pagava il suo stipendio di astrologo/astronomo di corte!).

Le congiunzioni geocentriche[]

Le congiunzioni geocentriche seguono solo approssimativamente la periodicità di quelle eliocentriche. Se, poi, al momento della congiunzione eliocentrica, la Terra è anch'essa in congiunzione o almeno la sua distanza angolare è inferiore a 30°, si verifica una congiunzione multipla, in cui le congiunzioni geocentriche addizionali possono anticipare o posticipare la congiunzione eliocentrica di diversi mesi. L'intervallo, quindi, fra due congiunzioni geocentriche successive può essere inferiore a 19 anni o superiore a 20.

Le congiunzioni multiple[]

Le congiunzioni multiple (doppie o triple) sono un fenomeno particolarmente spettacolare causato dal rapido moto della Terra, che modifica il punto d'osservazione prima che i due pianeti possano allontanarsi significativamente. Giove e Saturno, infatti, sembrano allontanarsi e poi nuovamente riavvicinarsi per una o due volte nell'arco di 7-9 mesi. Le congiunzioni multiple si verificano solo se i due pianeti si trovano, almeno approssimativamente, in opposizione al Sole. Occorre, infatti, che quando i due pianeti sono allineati col Sole ("allineamento eliocentrico"), l'asse Terra-Sole formi un angolo inferiore a 30° con la linea Saturno-Giove-Sole. In questo caso, infatti, la distanza dalla Terra è minore e il cambiamento del punto di vista causato dal moto terrestre risulta esaltato[6].

Le congiunzioni multiple si verificano con periodicità irregolare (con un intervallo minimo di 40 anni e uno massimo di 377[4]). Le congiunzioni multiple verificatesi o previste nel corso dei 4000 anni fra il 1500 a.C. e l'anno 2500 sono 22. Quelle prima di Cristo si sono realizzate negli anni: 1496/95, 1376, 1119/18, 980, 861/60, 821/20, 563/62, 523/22, 146/45, 7. Le date di quelle dopo Cristo sono: 332/33, 411/12, 452, 709/10, 967/68, 1305/06, 1425, 1682/83, 1940/41, 1980/81, 2238/39, 2279. Come si vede il numero di congiunzioni semplici fra due congiunzioni multiple varia da 1 a 18.

Una situazione ancora più rara è quella in cui la congiunzione tripla si verifica proprio nella costellazione in cui il Sole si trova durante l'equinozio di primavera. Questa situazione è quella del 7 a.C., verificatasi nella costellazione dei Pesci, la cui era era iniziata da poco. Nel corso dei precedenti 5000 anni questa situazione si verificò secondo Mario Codebò solo nel 4038 a.C., quando la congiunzione ebbe luogo nella costellazione del Toro.

Congiunzioni triple[]

Se al momento dell'allineamento eliocentrico Giove e Saturno sono anche in opposizione, la triplice congiunzione è perfettamente simmetrica, cioè l'intervallo temporale fra la prima e la seconda congiunzione è praticamente identico a quello fra la seconda e la terza. Se invece la Terra è in ritardo o in anticipo rispetto all'allineamento eliocentrico dei due pianeti, i due intervalli hanno durata diversa e al limite uno dei due si riduce a zero (congiunzione doppia). Anche quando l'intervallo fra due delle tre congiunzioni è breve, benché non nullo, i due pianeti non hanno un allontanamento apparente pronunciato: l'osservatore privo di strumenti di misura rileva perciò solo due congiunzioni di cui una molto più lunga dell'altra.

Le congiunzioni triple nella storia[]

Keplero notò che una congiunzione tripla si era verificata nel 7 a.C. e ipotizzò per primo che il fenomeno potesse aver dato luogo al racconto della Stella di Betlemme. In questo caso la prima congiunzione si verificò il 29 maggio circa e l'allineamento eliocentrico fu raggiunto il primo settembre. La Terra era in ritardo e le due successive congiunzioni ebbero luogo il primo ottobre (mentre il Sole era approssimativamente in opposizione, cioè nel segno della Vergine) e il 5 dicembre). Dal 27 aprile al 14 gennaio dell'anno successivo i due pianeti furono sempre a distanza angolare inferiore a tre gradi, mentre fra la seconda e la terza congiunzione non si allontanarono di più di un grado.

Giuseppe De Cesaris ha calcolato molte altre date in cui il fenomeno si è verificato e lo ha associato ad altri eventi storici[7]. Ad esempio la congiunzione tripla del 980 a.C. potrebbe aver disegnato nel cielo lo schema iconografico a sei punte successivamente chiamato stella di Davide e oggi simbolo dello Stato di Israele.

Le "grandi congiunzioni" di Giove e Saturno con Marte[]

Alcune congiunzioni, considerate dagli astrologi di particolare importanza, venivano chiamate "grandi congiunzioni", termine, però, che viene utilizzato con significati molto diversi.

Secondo Keplero una conjunctio magna era quella in cui il pianeta Marte si aggiunge agli altri due prima che essi si allontanino significativamente[8]. Per esempio il 18 dicembre 1603 si verificò una congiunzione di Giove e Saturno nel Sagittario: Marte si era trovato in congiunzione con Saturno il 26 settembre e fu in congiunzione con Giove il 19 dicembre[9]. Pur non essendo esattamente in congiunzione nello stesso momento, i tre pianeti furono ad una distanza angolare ridottissima per un periodo piuttosto lungo.

La congiunzione di Giove e Saturno con Marte (o più correttamente il verificarsi a breve distanza di tempo di tre congiunzioni, ognuna tra una coppia diversa di pianeti) è relativamente frequente, almeno in modo approssimativo, dato che la velocità angolare di Marte è molto maggiore di quella degli altri due pianeti. Si osservi che alcuni astronomi utilizzano il nome "triplice congiunzione" proprio per indicare questo tipo di congiunzione, in cui sono presenti tutti e tre pianeti, benché il termine "triplice" si usi più spesso per le congiunzioni dei due pianeti ripetute tre volte a distanza di pochi mesi.

Una conjunctio magna si era verificata anche in occasione della congiunzione del 7 a.C., presunta data di nascita di Gesù. Le due congiunzioni, quella del 1583, osservata da Keplero, e quella del 7 a.C. hanno in comune di essere entrambe sia "grandi" sia "grandissime", benché la prima sia singola e la seconda multipla.

Le congiunzioni nella mitologia[]

Le congiunzioni Giove-Saturno si inseriscono nel tema mitologico dei combattimenti fra Giove (Zeus, Marduk, ecc.) e Saturno (Kronos, Enki, ecc.) presenti in tutte le mitologie ma delle quali esistono sia nel mondo greco-romano che in quello mesopotamico versioni meno truculente. Saturno/Enki avrebbe abdicato e il dio-figlio opera come demiurgo utilizzando misure (temporali e non solo) che gli vengono continuamente fornite dal dio-padre[10].

Le congiunzioni nell'ermetismo[]

Ogni trigono definisce una "triplicità" di segni zodiacali. Dato che vi sono quattro triplicità, esse vennero messe in corrispondenza con i quattro elementi:

  • Fuoco: Ariete, Leone, Sagittario
  • Terra: Toro, Vergine, Capricorno
  • Aria: Gemelli, Bilancia, Acquario
  • Acqua: Cancro, Scorpione, Pesci

L'assegnazione di un significato ad ogni triplicità ha una storia molto antica. A Babilonia, dove i mesi corrispondevano ai segni zodiacali, ad ogni triplicità era assegnata una delle quattro parti del mondo di loro interesse[11]:

  • Akkad: mesi I, V, IX
  • Elam: mesi II, VI, X
  • Amurru: mesi III, VII, XI
  • Subartu: mesi IV, VIII, XII

In altri testi, tuttavia, la corrispondenza segue non i trigoni ma i trimestri del calendario.

Le grandi congiunzioni in astrologia[]

L'ingresso della congiunzione Giove-Saturno in una nuova triplicità di segni zodiacali venne ritenuta molto importante dagli astrologi. Nella sua opera De Magnibus Conjunctionibus l'astrologo arabo Abu Ma'shar al-Balkhi (805?-886) diffuse l'opinione che le grandi congiunzioni Giove-Saturno fossero foriere di grandi sconvolgimenti religiosi, politici e naturali, fra cui l'arrivo di un "piccolo profeta". Questa convinzione era in accordo con le teorie di altri astrologi arabi fra cui Masha'allah ibn Athari e Al Kindi.

Le teorie astrologiche di Abu Ma'shar raggiunsero presto l'Europa, suscitando anche opposizioni [12], forse proprio perché ampiamente accettate. La teoria dell'arrivo di un "piccolo profeta" spinse Luca Gaurico e altri astrologi del rinascimento a identificarlo con Martin Lutero, nato più o meno al tempo di una grande congiunzione nel segno dello Scorpione. Melantone e Martin Lutero stesso diedero credito a questa identificazione. [13]

Le opinioni degli astrologi arabi, che a loro volta le avevano mutuate da quelli sassanidi, sono riassunte nel trattato Muqaddimah ("prolegomeni di storia universale") dello storico e filosofo arabo Ibn Khaldun, (1332-1406) che per primo introdusse una concezione della storia fondata su grandi cicli socio-politici e non sull'enfasi delle gesta dei condottieri.

Egli distinse le piccole congiunzioni (tutte quelle che avvengono ogni venti anni), dalle medie, quelle in cui il trigono cambia triplicità, e dalle grandi congiunzioni, che si verificano quando è completato il ciclo delle quattro triplicità. Mentre in occasione di una piccola congiunzione ci si può attendere una ribellione o la distruzione di una città, in occasione di una media congiunzione, cioè secondo lui ogni 12x20=240 anni, ci si poteva aspettare un pretendente al trono. Le grandi congiunzioni, poi, erano foriere di cambi di dinastia o del crollo di imperi. Egli stimava erroneamente che esse si verificassero ogni 240x4=960 anni.[14]

Come esempio di grande congiunzione Ibn Khaldun cita quella che precedette il crollo dell'impero persiano e il sopravvento del califfato arabo: si verificò allora la prima congiunzione nel segno dello Scorpione, un cambio di triplicità e secondo lui anche l'inizio di un nuovo ciclo (la distinzione fra media e grande congiunzione dipende da quale è stata la prima triplicità, cioè dalla data della creazione). Dopo 854 anni il ciclo ricominciò con la nuova congiunzione in Scorpione del 1484 ed era stata preceduta pochi decenni prima dal crollo dell'impero bizantino. Ciò spiega i numerosi studi astrologici e la grande preoccupazione con cui in Europa furono attesi grandi sconvolgimenti anche nei decenni successivi.

Congiunzioni Giove-Saturno e storia della cultura[]

La scoperta del ciclo sessagesimale, secondo cui ogni congiunzione si ripresenta nella stessa regione celeste dopo un ciclo di 60 anni, potrebbe aver determinato l'importanza dell suddivisione sessagesimale in diversi settori e disparate civiltà. In Cina (ma anche Giappone, Corea e Vietnam) gli anni si calcolano secondo un ciclo sessagesimale. La suddivisione degli angoli in sessantesimi di grado e quella del tempo in sessantesimi di ora, invece, ha origine in Mesopotamia, la patria dell'osservazione astronomica.

Note[]

  1. Il periodo di Giove "TG" è di 11,862 anni siderali e quello di Saturno "TS" è di 29,457 anni. La periodicità delle congiunzioni si calcola come TG*TS/(TS-TG).
  2. Cfr. figura non numerata inserita dopo p.178 in Giovanni Pettinato, La scrittura celeste, Milano 2001.
  3. Il moto dei pianeti è diretto da Ovest verso Est (cioè nel verso antiorario visto da Nord), ma, dato che la congiunzione successiva si verifica dopo che Saturno ha percorso circa 240°, i vertici del trigono sono percorsi apparentemente in senso orario. Rispetto al verso dei pianeti, la quarta congiunzione si verifica 8° dopo la prima.
  4. 4,0 4,1 Etz, p. 176.
  5. Così, per esempio, afferma Keplero, cfr. Stein, p. 184.
  6. Si vedano i diagrammi del blog di Giuseppe De Cesaris, in cui l'autore ritiene che le congiunzioni triple Giove-Saturno siano all'origine del mito antico della "fenice", mentre quelle singole del mito dell' "unicorno": Si veda il post del 13 aprile 2010
  7. Giuseppe De Cesaris, La fenice svelata, nuova interpretazione astronomica di un mito millenario, Atti del VI congresso della Società Italiana di Archeoastronomia, Campobasso 22-23 settembre 2006, pp. 113 e sgg.
  8. Stein, p. 184.
  9. Queste date sono riportate da Stein, che tuttavia potrebbe aver scambiato le date del 26 settembre e del 18 dicembre per un refuso.
  10. Cfr. Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, Il mulino di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo, Adelphi Edizioni, Milano 1983, passim e in particolare pp. 319-321.
  11. Ulla Koch-Westenholz, Mesopotamian Astrology. An introduction to Babylonian and Assyrian celestial divination, Copenhagen 1995, pp.107-108.
  12. Heinrich von Langenstein,Tractatus contra astrologos conjunctionistas de eventibus futurorum (1373), Studien zu den astrologischen Schriften des Heinrich von Langenstein, Leipzig-Berlin, 1933 pp. 139-206
  13. (in inglese) Gustav-Adolf Schoener, "The Coming of a 'Little Prophet': Astrological Pamphlets and the Reformation", Esoterica, Vol. VI (2004), pp. 59-66.
  14. Buscherini, pp.58-64.

Bibliografia[]

Collegamenti esterni[]

Fonti[]




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