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Fermare il Declino è un movimento politico promosso da Michele Boldrin, Sandro Brusco, Oscar Giannino, Alessandro De Nicola, Andrea Moro, Carlo Stagnaro e Luigi Zingales, e lanciato nel luglio 2012 da circa 200 firmatari tramite un "manifesto"[1] pubblicato su vari quotidiani nazionali e locali. Il movimento si propone di promuovere una forza politica alternativa a quelle esistenti, con l'obiettivo principale di ridurre il debito pubblico mediante la dismissione di attivita' pubbliche, il taglio delle spese, e al contempo riducendo le imposte sui redditi.

Programma[]

L'analisi di Fermare il Declino si concentra su temi prettamente economici, oltre che su scuola, giustizia e sanità, escludendo altri aspetti dell'attività politica (Politica Estera, temi etici) ritenuti marginali e di minore importanza nella attuale congiuntura. Il programma del movimento si articola in dieci punti, che possono essere sintetizzati come segue[2]:

  1. Ridurre il debito pubblico di 5 punti percentuali rispetto al PIL in 5 anni.
  2. Ridurre la spesa pubblica di almeno il 6% del PIL in cinque anni.
  3. Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno cinque punti in cinque anni.
  4. Liberalizzare settori quali trasporti, energia, telecomunicazioni, e privatizzare la televisione pubblica.
  5. Sostituire un sistema di sussidi alle imprese inefficienti con contributi volti a sostenere i livelli di reddito di chi perde il lavoro.
  6. Regolamentare i conflitti d’interesse; migliorare la trasparenza nel sistema fiscale e regolatorio; fornire meccanismi premianti per chi denuncia reati di corruzione.
  7. Assicurare una giustizia efficiente e rapida; riformare la progressione delle carriere nella magistratura in senso meritocratico; rendere dignitosa la condizione dei detenuti nelle carceri.
  8. Accrescere la flessibilità del mercato del lavoro in modo da creare nuovi posti di lavoro per donne e giovani.
  9. Incoraggiare concorrenza e meritocrazia nel settore dell’istruzione; assegnare i fondi per la ricerca sulla base di criteri esclusivamente meritocratici.
  10. Delegare maggiori poteri e responsabilità agli enti locali, assicurandone però l’accountability.

Critiche[]

Fermare il Declino è stato criticato per l'assenza di leadership. Pur essendo spesso stato etichettato mediaticamente come "Il movimento di Giannino"[3], il movimento fa capo a sette promotori che indirizzano la linea politica e promuovono le attività tramite incontri con gli aderenti sul territorio.

Il movimento è inoltre stato criticato essere troppo legato all'ideologia liberista che avrebbe causato, a detta dei critici, la crisi economica odierna, e di non potere pertanto proporsi di risolverla[4].

Impatto[]

Il movimento ha raccolto più di 20mila adesioni in due mesi[5] ed è oggetto di attenzione mediatica. Un sondaggio condotto nel settembre 2012 ha stimato un potenziale bacino elettorale corrispondente all'8 percento dei votanti[6][7].

Note[]

Collegamentiesterni[]




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