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Per Linea Sacra di San Michele (nota anche come Linea del Drago) si intende una linea temporanea che, secondo una prima congettura emersa nel 1977 a opera dell'occultista francese Lucien Richer,[1][2] collegherebbe idealmente (ma non con assoluta precisione geografica) sette luoghi di culto accomunati dalla venerazione dell'arcangelo Michele, alcuni dei quali posti lungo la Via Francigena.[3]

MAPPA LINEASACRA

Il percorso completo della Linea Sacra di San Michele


Storia[]

Non esistono testimonianze o documenti antecedenti che ne attestino l'esistenza, la conoscenza o una volontà di creazione, né è menzionata in alcuna fonte antica. Anche l'allineamento, sebbene curioso, in realtà risulta non perfetto e variabile a seconda della proiezione cartografica. Alcune speculazioni di mitologia religiosa,[4] posteriori comunque alle prime dichiarazioni di Lucien Richer, ipotizzano che tale linea sia stata ideata nei secoli antecedenti l’anno mille, periodo in cui effettivamente il culto micaelico fu particolarmente fervente e che la retta voglia rievocare simbolicamente la spada con cui l'arcangelo Michele vinse Satana nella sua epica lotta.[5]

Questo presunto allineamento ha suscitato curiosità divenendo oggetto di attenzioni e di una certa fama in alcuni ambienti occultistici e pseudoscientifici. Nonostante i luoghi di culto siano comunque realmente esistenti e frequentati, tale linea non è mai stata riconosciuta o avallata dalla Chiesa Cattolica, né considerata un dogma.

New Age[]

Negli anni recenti[6][7] la suddetta linea è stata anche fortemente strumentalizzata e associata a svariate teorie riconducibili alla New Age, ipotizzando addirittura l'esistenza ancora più improbabile di una retta più estesa, ottenuta prolungando verso sud il suo tracciato fino a raggiungere alcuni templi dell'Indonesia.[8]

Considerazioni[]

Le supposizioni di Lucien Richer[]

La genesi della suddetta linea emerse in un contesto di prevalente esoterismo e occultismo, a seguito di alcune dichiarazioni dello studioso francese Lucien Richer, che sostenne l'effettivo allineamento dei seguenti sette santuari:

  • Skellig Michael (Irlanda)
  • St. Micheal’s Mount (Gran Bretagna)
  • Mont Saint-Michel (Francia)
  • Sacra di San Michele (Italia)
  • Santuario di San Michele Arcangelo (Italia)
  • Santo Monastero di Ταξιάρχη Μιχαήλ[N 1] (Grecia)
  • Monastero Stella Maris del Monte Carmelo (Israele)

I suoi studi partirono dagli anni cinquanta del Novecento quando, trasferitosi per un periodo in Grecia, indagò inizialmente circa il posizionamento di alcuni antichi templi dedicati ad Apollo. Tracciando una prima linea su una mappa avrebbe trovato una certa corrispondenza tra gli allineamenti di alcuni altri resti di templi dedicati ad Apollo presso Atene, Delo e Rodi; ciò probabilmente gli suggerì la congettura dell'allineamento con i santuari dedicati all'Arcangelo Michele. Alla sua morte proseguì gli studi il fratello Jean ipotizzando la presenza della Linea di San Michele e pubblicò lo studio nel 1977 nominando tale retta Axe de Apollion / Saint-Michel.[9]</nowiki>[10]

La genesi del culto micaelico[]

Il culto degli arcangeli fu particolarmente caro alla tradizione cristiana bizantina, che consegnò alla storia una ricchissima iconografia degli arcangeli Michele e Gabriele.

Tuttavia, la conversione dei Longobardi al cattolicesimo dall'arianesimo e dal paganesimo che professavano al momento della loro discesa nella penisola italica, fu decisiva per la diffusione del culto micaelico. Pur essendo stato un processo graduale che si protrasse per tutto il VII secolo e che si accompagnò a non poche divisioni politiche all'interno della Gens Langobardorum, l'opera di cristianizzazione fu avviata nel 589 dalla regina Teodolinda,[11] che si avvalse anche dell'opera del missionario irlandese Colombano di Bobbio[12] e si concluse sotto il regno di Cuniperto.[13][14]

Il culto micaelico presso i Longobardi si sviluppò quindi entro un contesto di religiosità arcaica,[15] in cui trovò grande seguito la venerazione di quei santi percepiti come affini alle divinità di ascendenza norrena della tradizione germanica. All'arcangelo Michele furono infatti attribuite le medesime virtù guerriere un tempo adorate in Odino, dio germanico della guerra, guida verso l'aldilà, nonché protettore degli eroi e dei guerrieri.[16][17]

A San Michele vennero con il tempo dedicati svariati edifici religiosi, in particolare nel territorio del Ducato di Benevento, dove il primo epicentro del culto micaelico presso i Longobardi fu il santuario di San Michele Arcangelo nel Gargano e dal quale il culto si diffuse in tutto il Regno Longobardo fino a essere presto considerato il santo patrono dell'intero popolo.[18][19][20]

I santuari collegati idealmente dalla Linea di San Michele[]

Skellig Michael - cell E and F

Le clochans del monastero
di Skellig Micheal.

England-Saint-Michaels-Mount-1900-1

Il monastero inglese
di St. Michael's Mount.

France-Mont-Saint-Michel-1900 bordercropped

Una veduta dal mare della celebre abbazia di Mont Saint-Michel.

Sacra di San Michele07

La Sacra di San Michele,
a pochi chilometri da Torino.

Monte Sant'Angelo-Basilika01

Il santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo (FG)

Набережная. Archangel Michael of Panormitis Monastery. Panormitis. Остров Symi. Greece

Monastero di Ταξιάρχη Μιχαήλ
di Panormitis, sull'isola greca di Simi.

UYRIYURIUIWYEWUIEY

Il Monastero Stella Maris
del Monte Carmelo ad Haifa, in Israele

Skellig Micheal[]

Il tracciato avrebbe inizio in Irlanda, da un solitario sperone roccioso delle Isole Skellig al largo della costa occidentale irlandese, dove esistono ancora i resti dell'antico insediamento monastico protocristiano edificato nel 588 sul luogo in cui, secondo la leggenda, San Patrizio ebbe un'apparizione dell’Arcangelo Michele. Ciò che resta del monastero è difficilmente visitabile ed è costituito soltanto da un insieme di clochans, ovvero piccole celle circolari realizzate a secco in pietra viva sulla sommità di una scogliera a picco sul mare, raggiungibile soltanto percorrendo a piedi un'impervia scalinata scavata nella roccia. Questo sito, seppur non più abitato, è conservato ed è divenuto patrimonio dell'umanità protetto dall'UNESCO nel 1996.[21][22][23]

St. Micheal's Mount[]

Il secondo punto coinciderebbe con il monastero inglese di St. Micheal’s Mount, edificato su una piccola penisola separata dalla costa meridionale della Cornovaglia dalle cicliche maree. Edificato su un primo insediamento monastico risalente all'VIII secolo, il monastero dipese fino al 1424 dall'abbazia francese di Mont Saint-Michel a cui deve la sua grande somiglianza.[24][25][26][27]

Mont Saint-Michel[]

Il terzo punto corrisponderebbe proprio alla celebre abbazia di Mont Saint-Michel in Francia, anch'essa edificata in prossimità del mare sull'analoga e ben nota penisola che ciclicamente viene separata dall’alta marea delle acque marine, rendendo isolato il suo territorio. Il culto micaelico ha fatto di Mont Saint-Michel una delle principali mete europee di pellegrinaggio della cristianità nei secoli. Questo sito è divenuto patrimonio dell'umanità protetto dall'UNESCO nel 1979.[28][29][30]

Sacra di San Michele[]

Il quarto e il quinto punto si trovano entrambi in Italia e corrisponderebbero a due santuari dedicati all'arcangelo Michele. Uno è la nota Sacra di San Michele, l’antica abbazia edificata intorno all’anno mille sulla sommità del monte Pirchiriano,[31][32] al principio della Val di Susa, nonché simbolo ufficiale del Piemonte[33][N 2] e luogo di sepoltura di molti membri della dinastia Savoia;[34] essa è stata per secoli luogo di transito per i pellegrini tra Italia e Francia ed è anche una delle tappe piemontesi della Via Francigena.[35][36][37][38]

Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant'Angelo[]

L'altro è il santuario omonimo che sorge nel paese di Monte Sant’Angelo, in Puglia, edificato sulla grotta in cui secondo un'antichissima tradizione nel 490 San Lorenzo Maiorano ebbe l’apparizione dell’arcangelo Michele;[39][40] esso fu completato nel 493, prima dell'arrivo dei Longobardi[41] ma da loro adottato come santuario dopo la contestuale conquista del Gargano nel VII secolo.[14][42] Anch'esso è una delle tappe della Via Francigena e inoltre è divenuto patrimonio dell'umanità protetto dall'UNESCO nel 2011.[43][44]

Santo Monastero di Ταξιάρχη Μιχαήλ[]

Il sesto santuario omonimo corrisponderebbe al Santo Monastero di Ταξιάρχη Μιχαήλ di Panormitis, situato sull'isola greca di Simi, nell’Egeo meridionale. L'isola, come la vicina Rodi, tra il 1309 e il 1522 venne governata dai Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di Gerusalemme[45] e ospita centinaia di chiese e monasteri di cui ben nove dedicati all'arcangelo Michele, uno per ciascun Ordine Angelico, oltre a uno dedicato al profeta Elia;[46] tuttavia il Santo Monastero di Ταξιάρχη Μιχαήλ di Panormitis è quello principale e costituisce anche il più importante luogo di culto della Grecia dedicato all'arcangelo Michele.[47] Costruito nel 1783 sui resti di un preesistente monastero del XV secolo, la cui presenza venne testimoniata anche da un manoscritto del 1460 preservato fino al 1862, il monastero attuale comprende una chiesa caratterizzata da un'unica navata al cui interno è custodita un’antica icona raffigurante San Michele arcangelo di ben tre metri di altezza, rivestita da un involucro d'argento in cui sono incastonate pietre preziose.[48][49]

Monastero Stella Maris[]

Il presunto punto di arrivo della Linea Sacra di San Michele è in Israele, nell'alta Galilea e sarebbe identificato nel Monastero Stella Maris che sorge sul Monte Carmelo, sulle alture della città di Haifa; venerato sin dall'antichità, il Monte Carmelo è citato nella Bibbia come luogo in cui il profeta Elia sfidò i profeti di Baal.[50] La prima fondazione del monastero, originariamente dedicato al culto dell'arcangelo Michele,[51] risale all'epoca bizantina ma nel XII secolo la struttura venne ampliata e fortificata dai crociati per ospitare l'Ordine Carmelitano, qui fondato da un gruppo di eremiti guidati da San Broccardo.[52] Nel 1631, secoli dopo la sconfitta crociata del 1291, i Carmelitani fecero ritorno nel luogo in cui era nato il proprio Ordine e costruirono un nuovo monastero nelle vicinanze ma nel 1768 si trasferirono nell'attuale collocazione. Tuttavia, a seguito della fallita campagna napoleonica del 1799 il monastero, che ospitava anche alcuni soldati francesi rifugiati, fu teatro di violenti scontri in cui venne distrutto e i suoi occupanti uccisi.
L'edificio dell'attuale monastero fu ricostruito fra il 1823 e il 1828 da monaci italiani ed è caratterizzato da una vistosa cupola.[53][54]

Considerazioni finali sull'allineamento[]

Da misurazioni più dettagliate i monasteri citati non risulterebbero perfettamente allineati come sostennero Jean e Lucien Richer nella loro congettura, bensì con disassamenti che non consentirebbero un tracciamento rettilineo vero e proprio ed è variabile anche a seconda della mappa e proiezione cartografica presa a riferimento. Tale misurazione è possibile ricorrendo ai più recenti sistemi di misurazione.

Note[]

Approfondimenti[]

  1. Translitterato: Taxiárchi Michaíl, ovvero "arcangelo Michele".
  2. Recentemente il complesso monumentale è stato individuato «quale monumento simbolo del Piemonte, per la sua storia secolare, per le testimonianze di spiritualità, di ardimento, d'arte, di cultura e l'ammirevole sintesi delle più peculiari caratteristiche che può offrire il Piemonte, nonché per la sua eccezionale collocazione e visibilità». Tratto da: Itinerari religiosi della Regione Piemonte

Fonti[]

  1. «Sacra di San Michele: storia, religione e magia bianca». Guida Torino. URL consultato in data 2017-09-12.
  2. P. Ghttp://www.cumpagniadiventemigliusi.it/vecchiosito/Voce_paese/La_Turbia.htm, op. cit.
  3. S. Mancinelli, 2016, op. cit., pp. 13-15
  4. S. Mancinelli, 2016, op. cit., pp. 13-15
  5. S. Mancinelli, 2016, op. cit., pp. 13-15
  6. «Sacra di San Michele: storia, religione e magia bianca». Guida Torino. URL consultato in data 2017-09-12.
  7. P. Giovetti, 2002, op. cit.
  8. P. Giovetti, 2002, op. cit.
  9. Asse di Apollo / San Michele.<nowiki>
  10. http://leshathor.com/la-mysterieuse-ligne-de-mikael-dont-on-parle-si-peu/
  11. M. Vannucci, 1994, op. cit..
  12. A. Magnani, J. Godoy, 1998, op. cit..
  13. A. Magnani, J. Godoy, 1998, op. cit..
  14. 14,0 14,1 Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto (568-774 d.C.). URL consultato il 8 settembre 2017.
  15. Jarnut, 2002, op. cit., p. 70.
  16. Paolo Diacono, op. cit., Liber I, 8.
  17. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  18. F. Paoli, 2000, op. cit.
  19. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  20. S. Mancinelli, 2016, op. cit., pp. 54-55
  21. John Chambers. Skelligs - Sceilg. URL consultato il 2017-09-12.
  22. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  23. S. Mancinelli, 2016, op. cit.
  24. AA.VV., 2003, op. cit..
  25. «St Michael's Mount near Marazion in Cornwall». St Michael's Mount. URL consultato in data 2017-09-12.
  26. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  27. S. Mancinelli, 2016, op. cit.
  28. G. Bazin, 1933, op. cit..
  29. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  30. S. Mancinelli, 2016, op. cit.
  31. G. Debove, 1965, op. cit., pp. 11–32.
  32. G. Borghezio, 1932, op. cit., pp. 19–27, 1932.
  33. Legge regionale n. 68 del 21 dicembre 1994
  34. L. Cibrario, 1856, op. cit..
  35. G. Claretta, 1886, op. cit., pp. 371–391.
  36. G. Borghezio, 1932, op. cit., pp. 19–27, 1932.
  37. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  38. S. Mancinelli, 2016, op. cit.
  39. V. G. Valente, 1977, op. cit..
  40. A. Campione, 1992, op. cit., pp. 80-82.
  41. A. Campione, 1992, op. cit., pp. 169-213.
  42. A. Campione, 1992, op. cit., pp. 169-213.
  43. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  44. S. Mancinelli, 2016, op. cit.
  45. en-US Municipality of Symi. URL consultato il 2017-09-12.
  46. en-US Municipality of Symi. URL consultato il 2017-09-12.
  47. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  48. en-US Holy Monastery of Panormitis. URL consultato il 2017-09-12.
  49. S. Mancinelli, 2016, op. cit.
  50. 1Re 18,17-40
  51. IL PERCORSO DI SAN MICHELE ARCANGELO. URL consultato il 2017-09-12.
  52. L. Saggi, 1975, op. cit., DIP, vol. II, col. 460.
  53. G. Schartz e E. Abegg, 1929, op. cit., pp. 959–970.
  54. S. Mancinelli, 2016, op. cit.

Bibliografia[]

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Voci correlate[]

Collegamenti esterni[]

Fonti[]




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